lunedì 28 febbraio 2011

Istanza - Chiesta l'intitolazione di una via di Faenza ai Martiri delle Foibe.

Premesso che tra il 1943 e il 1947 nelle italianissime terre orientali della Venezia-Giulia e Dalmazia, i partigiani comunisti slavi di Josip Broz, meglio conosciuto come il Maresciallo Tito, avviarono, dopo aver occupato questi territori, una pulizia etnica dei cittadini di nazionalità italiana. Secondo le recenti e differenti stime, 10-25 mila italiani furono uccisi dopo aver subito indicibili torture e violenze: molti di loro furono gettati nelle Foibe, le voragini rocciose presenti nella regione carsica, altri nelle cave di bauxite, in fosse comuni o in fondo al mare; altri ancora morirono nei campi di concentramento jugoslavi. Senza dimenticare l’Esodo giuliano-dalmata, ossia 350mila italiani costretti ad abbandonare nello stesso periodo le loro terre e loro case per sfuggire alle persecuzioni dei partigiani comunisti jugoslavi o per non rinunciare alla cittadinanza italiana.

Considerato che dopo 60 anni di vergognoso silenzio da parte di molti governi, di alcuni partiti politici e di numerosi storici su questa triste pagina della nostra Patria, con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 l’Italia ha riconosciuto “il 10 febbraio quale “Giorno del Ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”;

Attraverso un' Istanza presentata il 28/02/2011 all'Amministrazione Comunale di Faenza , Il Comitato Faventia chiede l’intitolazione di una via, una piazza o un largo della Città di Faenza ai “Martiri delle Foibe”.

Con questa richiesta Il Comitato Faventia auspica che anche Faenza si unisca agli altri comuni italiani che con la toponomastica hanno voluto ricordare il sacrificio di centinaia e centinaia di migliaia di italiani delle terre orientali che, tra il 1943 e il 1960, furono uccisi o dovettero abbandonare la loro terra a causa della pulizia etnica attuata dai comunisti jugoslavi del Maresciallo Tito.